architettura

Lina Ghotmeh

Lina Ghotmeh architetta libanese

L’“Archeologia del futuro” è la ricerca di un’architettura profondamente ancorata al suolo, in profondo dialogo con la natura. Un’architettura umana che attinge dal passato, da forme ancestrali che sollecitano ricordi, proiettandoli nel futuro.

Lina Ghotmeh è un’architetta libanese che lavora a Parigi.

Promuove un’archeologia del futuro che legge in una diversa prospettiva tracce, memoria, spazio e paesaggio, conferendo ai suoi edifici una chiara impronta espressiva.

Nata a Beirut nel 1980, all’indomani della guerra, il suo lavoro si caratterizza per l’approccio umanistico e l’attenzione verso la sostenibilità, uniti a suggestioni che provengono dalla sua geografia personale. Ha studiato all’Università americana di Beirut per poi proseguire la sua formazione a Parigi, alla Scuola Speciale di Architettura, dove è stata professoressa associata tra il 2008 e il 2015.

Ha collaborato con l’Ateliers Jean Nouvel a Parigi e con Norman Foster a Londra.

Quando ha vinto il concorso internazionale per realizzare l’Estonian National Museum, nel 2006, ha fondato lo studio di architettura DGT Architects.
Dieci anni dopo, ha fondato lo studio che porta il suo nome, LGA, che ha vinto il concorso per la riabilitazione urbana di Maine-Montparnasse a Parigi.
Stone Garden è stato il primo progetto che ha realizzato a Beirut, una torre residenziale che è anche sede di una fondazione artistica dove la storia della città e i suoi ricordi si fondono in una “scultura abitata”. Un’installazione che illustra la capacità dell’architettura di agire come strumento di guarigione che mette in luce modi alternativi di vita e affronta temi come la memoria, la natura, l’abitare, la limitazione degli spazi e la densità urbana.

Lina Ghotmeh firmerà il Serpentine Pavilion del 2023, il padiglione temporaneo nel cuore del parco di Kensington. L’installazione dal titolo À table darà forma all’idea di comunità e di condivisione con una struttura dai profili organici che allude a un ritrovato senso di unione.
Una tavola rotonda che invita alle interazioni umane senza tralasciare l’elemento naturale: un invito ad abitare il mondo insieme. Un incoraggiamento a entrare in dialogo, riunirsi e pensare a come reintegrare e ristabilire il nostro rapporto con la natura e la Terra.
Come donna mediterranea, nata e cresciuta a Beirut e residente a Parigi, sento una profonda appartenenza alla nostra Terra, a ciò che contiene e a ciò che abbraccia: dalle archeologie sepolte ma resistenti alle intemperie delle civiltà passate al mondo vivente.

Lina Ghotmeh ha vinto importanti premi tra cui l’Ajap Prize, il Dejean Prize of the Academy of Architecture e lo Schelling Architecture Award.

#unadonnalgiorno

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