cultura

Giulia Maria Crespi. Chi ha avuto molto, deve dare molto

Giulia Maria Crespi

Giulia Maria Crespi, imprenditrice visionaria, è stata la fondatrice del FAI, Fondo Ambiente Italiano.

Ha dedicato tutta la sua vita alla cultura e alla tutela dell’ambiente, ritenendo fondamentale il diritto di respirare bene, di vedere un luogo pulito, di godere della natura, della bellezza e dell’educazione. 

Per diversi anni è stata a guida del Corriere della Sera, di proprietà della sua famiglia.

Nata a Merate, in provincia di Lecco, 6 giugno 1923, figlia, nipote e unica erede di una grande famiglia della storica borghesia milanese, era stata educata da precettori privati. Sua insegnante è stata Fernanda Wittgens, la Soprintendente che ha salvato e fatto rinascere Brera dopo la guerra e da cui aveva appreso l’amore per l’arte, a cui univa la sua predilezione per la natura come fonte di rigenerazione spirituale.

Estranea idealmente al mondo a cui apparteneva, il suo temperamento ribelle le ha sempre fatto compiere scelte non convenzionali.

Il suo primo marito è stato Marco Parravicini, comandante partigiano, da cui aveva avuto due gemelli, morto in un incidente stradale dopo quattro anni di matrimonio.

Dal 1962 al 1974 ha guidato il più importante giornale italiano, il Corriere della Sera. Responsabile della linea e dei bilanci, ha operato una netta virata a sinistra, inimicandosi personaggi come Indro Montanelli. Ha chiamato Antonio Cederna a occuparsi, per la prima volta, di temi ambientali e accolto intellettuali come Pier Paolo Pasolini e Goffredo Parise.

Ha portato il quotidiano dalle sue posizioni filogovernative a diventare la punta avanzata dell’opinione pubblica nei primi anni Settanta. 

Nel 1975, insieme a Renato Bazzoni, Alberto Predieri e al soprintendente di Brera Franco Russoli, entrambi partigiani nelle formazioni di Giustizia e Libertà, ha dato vita al Fondo Ambiente Italiano, la più grande impresa culturale no-profit nazionale.

Ha fornito i 500 milioni iniziali e consentito di acquistare il monastero di Torba nel 1976, il primo bene importante del Fondo dimostrando concretamente che non solo in Inghilterra un’associazione di privati poteva gestire un bene storico-artistico e aprirlo al pubblico.

Punto di riferimento nelle grandi battaglie ambientaliste del nostro Paese, ha diffuso l’agricoltura biodinamica, appresa studiando Rudolf Steiner, dimostrando concretamente che si può coltivare senza veleni. Per farlo ha messo in gioco il suo patrimonio, dilapidandolo in parte per costruire un futuro migliore.

Le idee, le emozioni, lo stile e i fatti che hanno segnato la sua lunga e operosa vita sono contenuti nell’autobiografia Il mio filo rosso pubblicata da Einaudi nel 2015.

Nel 2003 ha ricevuto l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana per il notevole impegno civile, sociale e culturale a favore della collettività.

Imprenditrice sociale che ha sempre creduto nella necessità di contribuire a un mondo migliore, dopo il terremoto del Friuli ha chiesto al secondo marito, l’architetto Guglielmo Mozzoni, di progettare un paese antisismico che ha fatto costruire e regalato. Non ha mandato denaro ai paesi terremotati, ha costruito un paese intero.

Essendo stata educata secondo i sani e severi principi della borghesia lombarda in base ai quali «chi ha avuto molto, deve dare molto», frase che amava ripetere, stimolava il ruolo che il volontariato svolge nella Società civile.

Nonostante il suo carattere forte e imperativo, ha sempre creduto nel lavoro di squadra come unica possibilità per ottenere risultati seri e duraturi.

Possedeva una creatività inesauribile, riluttanza per i compromessi, passione per il dialogo, la capacità di coniugare ideali e concretezza e una grande perseveranza che ne hanno fatto una figura impegnativa per chiunque avesse a che fare con lei, ma al tempo stesso un esempio inimitabile di ideali civici e di passione per la vita, per la cultura e per l’ambiente.

La cura e la salute della Terra come fondamento per la salute dell’essere umano, lo strenuo impegno per una agricoltura senza veleni, insegnata e praticata nella sua grande azienda agricola (ha contribuito a fondare l’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica) e la passione per la tutela dell’Ambiente, inteso nel suo inscindibile legame con la storia, sono stati i temi che, insieme alla grande attenzione per il mondo della scuola, hanno guidato la sua attività, instancabile e generosa, fino all’ultimo istante della sua vita.

Si è spenta a Milano il 19 luglio 2020, aveva 97 anni.

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