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Liana Borghi

Liana Borghi

Liana Borghi, studiosa di fama internazionale, ha apportato contributi fondamentali alla teoria e alla pratica femminista, lesbica e queer. 

Accademica, scrittrice, traduttrice, divulgatrice, senza il suo importante lavoro molti testi che hanno fatto la storia dei movimenti non avrebbero mai circolato in Italia.

Nata il 9 ottobre 1940 a Miglianico, in provincia di Chieti, suo padre Lamberto era un noto pedagogista di famiglia ebraica.

È stata ricercatrice di letteratura Anglo-Americana all’Università di Firenze fino al 2009.

Attivista, teorica femminista, lesbica e queer, è stata tra le fondatrici della Libreria delle donne di Firenze nel 1979 e dell’Associazione lesbica L’Amando(r)la.

Nel 1985 ha fondato con Rosanna Fiocchetto la casa editrice lesbica Estro, il cui obiettivo era pubblicare testi di autrici mai tradotte prima in italiano.

Non ci interessavano le leggi di mercato, facevamo un libro e appena recuperati i soldi li investivamo di nuovo e ne facevamo un altro

Grazie alla loro lungimiranza e investimento personale, presero a circolare i testi di scrittrici come Adrianne Rich, Audre Lorde, Gertrude Stein, Donna Haraway e molte altre.

È stata co-fondatrice del Giardino dei ciliegi a Firenze, nel 1987, luogo di ritrovo di un ampio collettivo diventato un importante riferimento per tutte le soggettività non conformi. 

Dal 1994 è stata co-responsabile della divisione lesbica di W.I.S.E. (Women’s International Studies Europe), dal 1996 socia fondatrice della Società Italiana delle Letterate, e referente per l’Università di Firenze di ATHENA, rete tematica europea Socrates di Women’s studies chiusa nel 2010.

Dal 2000 si è dedicata all’organizzazione di Raccontar(si), laboratorio estivo sui temi dell’intercultura di genere continuato come scuola estiva della SIL.

Si è spenta il 20 novembre 2021 a Livorno.

Liana Borghi è stata un’attivista per cui teoria e pratica devono procedere insieme, un’editrice transfemminista e non solo, una divulgatrice e un’agitatrice culturale del cui lavoro di emersione e contaminazione beneficiamo enormemente tutte e tutti.

Il suo desiderio instancabile di aprire spazi e connessioni, è sempre stata un’alleata della comunità trans.

Le sue molteplici attività culturali hanno favorito il dibattito pubblico attorno a tematiche come la cura del territorio, dell’abitare, delle migrazioni e del colonialismo.

Una figura illuminante, empatica, guidata da una visione intersezionale, aperta, mai escludente.

Una studiosa a cui il femminismo italiano deve molto e che non ha ringraziato abbastanza.

 

#unadonnalgiorno

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